domenica 17 febbraio 2013

"UNO NESSUNO E CENTOMILA" - L. PIRANDELLO

“Uno nessuno e centomila” è uno dei più celebri romanzi di Luigi Pirandello.
Uscì per la prima volta nel 1926 come romanzo a puntate e successivamente come volume.
Il protagonista è Vitangelo Moscarda, un uomo ordinario che, avendo ereditato la banca del padre, vive di rendita.
La monotona vita dell’uomo cambia, però, quando, dopo che la moglie gli ha fatto notare che il suo naso pende leggermente, comincia a capire che tutte le persone che lo conoscono hanno un’immagine della sua persona completamente diversa dalla sua.
Vitangelo decide, dunque, di cambiare vita e, in seguito ad una forte crisi di identità, cerca di capire chi lui sia veramente.
Tutta una lunga serie di gesti e prove che il protagonista compie (e che non bisogna svelare, per non togliere la curiosità al lettore) lo portano alla follia. Egli finirà, dunque, a vivere in un ospizio, all’interno del quale, però, si sentirà finalmente libero e comincerà ad osservare il mondo con altri occhi.
La follia, infatti, se ci si pensa bene, rende l’uomo libero, libero di fare e di dire tutto ciò che vuole, essendo da questa giustificato.
Il libro racchiude l’intuizione geniale di Pirandello, ovvero la consapevolezza che l’uomo non è uno come crede, bensì centomila, perché indossa centomila maschere diverse con cui viene visto dalle persone che lo circondano. In realtà, quindi, l’uomo non possiede una propria identità, risultando nessuno.
La conclusione di Vitangelo Moscarda è, dunque, la più sensata, tenendo presente l’affermazione precedente: vivete la vita attimo per attimo, rinascendo completamente in modo diverso.

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