sabato 16 marzo 2013

CONFRONTO TRA AUTORITRATTO DI FOSCOLO E AUTORITRATTO DI MANZONI

AUTORITRATTO
Solcata ho fronte, occhi incavati intenti,
crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto,
labbro tumido acceso, e tersi denti,
capo chino, bel collo, e largo petto;

giuste membra; vestir semplice eletto;
ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti;
sobrio, umano, leal, prodigo, schietto;
avverso al mondo, avversi a me gli eventi:

talor di lingua, e spesso di man prode;
mesto i più giorni e solo, ognor pensoso,
pronto, iracondo, inquïeto, tenace:

di vizi ricco e di virtù, do lode
alla ragion, ma corro ove al cor piace:
morte sol mi darà fama e riposo.
                                                       (U. Foscolo)
AUTORITRATTO
Capel bruno: alta fronte: occhio loquace:
naso non grande e non soverchio umile:
tonda la gota e di color vivace:
stretto labbro e vermiglio: e bocca esile:

lingua or spedita or tarda, e non mai vile,
che il ver favella apertamente, o tace.
Giovin d'anni e di senno; non audace:
duro di modi, ma di cor gentile.

La gloria amo e le selve e il biondo iddio:
spregio, non odio mai: m'attristo spesso:
buono al buon, buono al tristo, a me sol rio.

A l'ira presto, e più presto al perdono:
poco noto ad altrui, poco a me stesso:
gli uomini e gli anni mi diran chi sono.
                                                         (A. Manzoni)
 




L’autoritratto di Foscolo e quello di Manzoni sono molto simili per struttura; risultano, invece, palesemente e naturalmente differenti sul piano contenutistico.
Per ciò che riguarda l’aspetto fisico, dovendo immaginare una tela vera e propria con dipinta l’immagine degli autori, si può notare che mentre quella di Foscolo lo raffigurerebbe a mezzo busto, quella del Manzoni ne ritrarrebbe solo il viso. Inoltre sul viso di Foscolo troveremo le tracce della sua condizione sociale e psichica, invece, quello del Manzoni risulterebbe come un ritratto privo di contesto.
Entrambi delineano nella seconda quartina dei loro sonetti i loro caratteri e i loro modi di agire. Questi risultano molto differenti: alla sicurezza e la schiettezza di Foscolo si contrappongono l’insicurezza e la riflessione attenta del Manzoni.
Una notevole differenza si presenta nella prima terzina; qui Foscolo continua nel delineare il suo carattere, mentre Manzoni ci mostra i suoi valori e i suoi principi.
L’ultima terzina dà, invece, spazio alle considerazioni personali. In quest’ambito Foscolo individua la morte come unico mezzo per arrivare alla serenità e alla fama, risultando dunque ben cosciente di sè. Manzoni sottolinea, al contrario, la sua ignoranza riguardo se stesso: egli stesso non è consapevole di sé, così come nessuno lo conosce. In comune a Foscolo ha l’idea che le considerazioni degli uomini e il trascorrere degli anni lo porteranno ad essere compreso e amato.  E’ proprio questo il finale di entrambi i sonetti.

3 commenti:

  1. sarebbe stato molto opportuno contestualizzare e indicare le date di composizione e pubblicazione

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  2. FOSCOLO PAZZO SGRAVATO IN TESTA SIUM ESKERE PORCO DUE DUE SEI UN PORCO MATTO IN CULO COT DELLO SGRAVK SIGNORI DI TWICH E DELLE POWERZONE

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